Tenere la distanza di sicurezza ci salva la vita

Iniziamo dicendo che ma maggior parte delle aggressioni con ferite mortali avvengono perchè non viene mantenuta la distanza di sicurezza dall’aggressore, la così detta “KILL ZONE”.

Ora analizziamo la dinamica di un’aggressione: l’aggressore ci provoca verbalmente, magari con qualche bella parolaccia e noi, per non essere da meno rispondiamo con il nostro “EGO” alla sua provocazione insultandolo e avvicinando la nostra testa alla sua, esattamente come farebbero due bisonti che si scornano.
Questo è assolutamente da NON FARE! Il nostro aggressore potrebbe sferrare un colpo, una testata, un pugno, uno schiaffo o alla peggio infilarci un coltello nella pancia! E noi, essendo troppo vicini, non abbiamo la visuale corretta per vedere cosa il mio aggressore abbia intenzione di fare senza la possibilità di reagire ad una sua azione.

Qui il Tai Chi ci fornisce un valido insegnamento con la sua posizione” ARRETRARE E RESPINGERE LA SCIMMIA”: la scimmia naturalmente è il nostro aggressore e quando avanza io arretro con un lungo passo. Il braccio corrispondente alla gamba avanti si allunga frontalmente tenendo la distanza, pronto a parare. L’altro braccio va dietro alle nostre spalle caricando; pronto per colpire. La mia posizione davanti all’avversario è di circa una gamba di distanza ed è di tre quarti; la gamba più arretrata è pronta e carica per sferrare un calcio.

In conclusione, cerchiamo di tenere sempre una distanza di una gamba dal nostro aggressore, per prima cosa perchè in questo modo godiamo di una visuale più ampia per percepire e anticipare le sue intenzioni, inoltre perché, se l’avversario intende colpirci, sarà troppo distante per raggiungerci.

 

Articolo di Filippo Scimone Panajia con la collaborazione di Alberto De Bettin